L’anticipazione del prezzo contrattuale prevista dal Codice dei Contratti consente agli appaltatori di ricevere in anticipo una percentuale sul costo della prestazione oggetto del contratto di appalto.
L’intento è quello di favorire l’azione imprenditoriale: fornendo liquidità all’appaltatore lo si facilita nelle fasi iniziali della prestazione.
Ma come funziona? È valida sia nei contratti per lavori edili che per servizi e forniture? È uguale all’anticipazione di contributi pubblici? Come si calcola l’importo della polizza fideiussoria per anticipazione? Come i recenti decreti Cura Italia, Sblocca Cantieri e Decreto Rilancio hanno modificato il testo del Codice?
Vediamo assieme le risposte a queste domande.
Secondo l’art. 35, comma 18 del Codice dei Contratti, l’appaltatore ha la possibilità di richiedere e ottenere l’anticipazione del 20% del prezzo contrattuale calcolato in base al valore del contratto di appalto entro 15 giorni dall’inizio della prestazione.
La procedura è però subordinata al rilascio di una garanzia fideiussoria assicurativa o bancaria.
Una fideiussione che deve corrispondere al prezzo dell’anticipazione maggiorato del tasso di interesse legale applicato al periodo necessario per il recupero della medesima anticipazione, secondo quanto previsto dal cronoprogramma dei lavori.
Presentando un’apposita garanzia fideiussoria l’appaltatore può quindi ottenere liquidità due settimane prima di iniziare la prestazione.
L’art. 35 del Codice dei Contratti ha sempre avuto valore per gli Appalti Pubblici che prevedevano la realizzazione di opere edili e la realizzazione dei cantieri.
L’allestimento del cantiere, la sua messa in sicurezza e la preparazione dei lavori sono operazioni delicate e costose. L’anticipazione del prezzo contrattuale aiutava e aiuta le imprese appaltatrici ad affrontare il costo delle operazioni.
Un aiuto importante, che però non era sempre possibile ricevere per imprese di servizi o forniture.
Nel tempo, tuttavia, sono intervenuti diversi decreti a modificare le norme.
In particolare:
L’anticipazione è dunque ottenibile anche da imprese di servizi e forniture.
Non solo, un’eventuale clausola presente nel Capitolato d’Appalto che preveda il rifiuto di riconoscere l’anticipazione del prezzo può essere ritenuta illegittima in quanto non conforme alla normativa di settore.
Tuttavia bisogna dire che, in caso di accordo quadro per servizi e forniture, la Stazione Appaltante può comunque prevedere casi specifici all’interno dell’accordo che non prevedano l’erogazione dell’anticipazione.
Talvolta è facile far confusione, ma il valore dell’anticipazione che si può ottenere prima di iniziare un lavoro, un servizio o una fornitura relativi a un appalto pubblico non corrisponde all’anticipazione ottenibile in seguito dell’aggiudicazione di un contributo.
Sia che si tratti di un contributo europeo, statale, provinciale o rilasciato da altri enti pubblici.
In sintesi, l’anticipazione del prezzo di un contratto di appalto è qualcosa di diverso dall’anticipazione dei contributi pubblici.
Lo stesso si può dire in merito alle relative fideiussioni.
Sebbene in entrambi i casi potresti ricevere parte del pagamento prima di iniziare la prestazione, le normative di riferimento e le percentuali su cui calcolare la somma anticipata del prezzo totale cambiano.
Chiariamo.
L’anticipazione per appalti pubblici è regolata dal Codice dei Contratti Pubblici e corrisponde al 20% del prezzo indicato nel contratto relativo alla prestazione. In seguito ai recenti decreti, la percentuale è stata innalzata al 30%.
L’anticipazione che riguarda i contributi pubblici, invece, non ha uno schema tipo o un codice di riferimento. Di volta in volta dipende dal regolamento scelto dall’Ente che rilascia i contributi. Di conseguenza la percentuale del contributo che è possibile ricevere prima di iniziare la prestazione è variabile, ma in media si attesta intorno al 40% del totale del contributo previsto.
In entrambi i casi è possibile richiedere una fideiussione a garanzia dell’anticipazione. Una volta ricevuta richiesta, il garante dovrà analizzare i documenti relativi alla gara d’appalto o alla richiesta di contributi.
Il discrimine potrebbero essere le deroghe.
L’ente erogatore dei contributi pubblici potrebbe porre deroghe di diverso tipo nel contratto, dal momento che non esiste un codice di riferimento. In alcuni casi, potrebbe inserire condizioni che rendono impossibile per il garante rilasciare la fideiussione.
Bene, chiarito questo punto, ma come si procede per fare richiesta di anticipazione per lavori pubblici?
Bisogna presentare alla Stazione Appaltante:
L’anticipazione del prezzo contrattuale prevede l’erogazione del 20% della somma prevista per la prestazione oggetto dell’appalto, della procedura negoziata o dell’affidamento diretto, se regolati dal Codice dei Contratti.
Per fare un esempio:
Se il costo della prestazione equivale a 100.000€, la somma ottenibile dall’appaltatore sarà 20.000€ (100.000 x 20/100).
Nei casi previsti dalle modifiche al Codice dei Contratti apportate dal Decreto Rilancio, la somma corrisponderà invece al 30%.
Per esempio:
Se il costo della prestazione equivale a 100.000€, la somma ottenibile dall’appaltatore sarà 30.000€ (100.000 x 30/100).
L’importo della garanzia fideiussoria bancaria o assicurativa di anticipazione del prezzo si calcola sulla somma anticipata maggiorata del tasso di interesse legale relativo al periodo necessario al recupero dell’anticipazione stessa.
Facciamo un esempio.
L’anticipazione è del 20% e il costo della prestazione è di 100.000€, mentre la sua conclusione è prevista in 6 mesi dal cronoprogramma.
Si procede in questo modo:
Ricorda: se la prestazione non viene eseguita o non rispetta il cronoprogramma per ritardi dovuti all’appaltatore, il beneficiario decade dall’obbligo di anticipazione. Permane ciononostante l’obbligo di restituzione.
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